Dopo avere visto quali sono gli effetti psicologici che una situazione di emergenza ha sul nostro cervello, oggi ci concentriamo invece su un altro aspetto della nostra psiche, relazionato all’animale da compagnia.
Il legame tra uomo e cane
La letteratura ci insegna come la figura del cane sia da sempre associata a quella dell’uomo in quanto suo migliore amico e padrone. Tale legame è analogo ai quattro periodi dell’attaccamento madre-figlio, ampiamente studiato da John Bowlby e Mary Ainsworth; infatti durante le ultime fasi dello sviluppo del legame d’attaccamento, il bambino sviluppa una serie di modelli operativi interni riguardanti sé stesso, la madre e la relazione con essa.
Qualora la madre sia disponibile alle richieste del bambino, il piccolo si considererà degno di attenzioni e fiducioso di ricevere aiuto. Al contrario invece, in presenza di caregiver scostanti nella relazione e poco supportivi, il bambino si considererà poco degno di amore e poco fiducioso di ricevere un aiuto esterno in caso di bisogno.
Allo stesso modo, il nostro amico a quattro zampe ripone tutta la sua fiducia nel padrone di cui riconoscerà sempre l’odore a distanza di kilometri e gli brilleranno sempre gli occhi non appena entrerà in casa dopo una giornata di lavoro.
La coscienza del cane
Sapete che i cani provano le nostre stesse emozioni? Piangono esattamente come noi non appena si rendono conto di essere soli ed essere stati abbandonati? Ed inoltre, spero sappiate quanto siano invece felici di vivere in casa prendendosi cura dei loro padroni.
In questo grave momento storico che stiamo affrontando, a causa di una pessima informazione, molti cani e gatti sono stati ingiustamente abbandonati perché ritenuti primi untori di Covid-19. Ciò non è assolutamente vero, anzi proprio in situazioni così drammatiche è fondamentale tenersi vicini i nostri piccoli amici che danno aiuto e conforto.
L’animale come terapia
Gli animali domestici vengono spesso adibiti negli IAA (Interventi Assistiti con gli Animali) poiché svolgono un importante ruolo di mediatori nei processi terapeutico-riabilitativi ed educativi e numerose sono le evidenze scientifiche che ne dimostrano l’efficacia.
Gli IAA coinvolgono soprattutto utenti appartenenti a categorie più deboli, quali malati, bambini, anziani, persone con disabilità, in disagio o marginalità sociale e affetti da disturbo depressivo maggiore o Alzheimer.
L’ambiente e gli spazi
Se non si ha la possibilità di mantenere un cane di grossa taglia, si può pensare di prendersi cura di cani di piccola taglia come bassotti, jack russell o Chihuahua che non necessitano di molto spazio.
In particolare quest’ultima razza essendo molto gestibile è indicata per chi ha bisogno di compagnia e vive in appartamento, personalmente sono in contatto e collaboro con un allevamento rinomato nel territorio siciliano che ha già adoperato alcuni cani come aiuti terapeutici in alcune famiglie con ottimi risultati, si chiama Allevamento Isoladeichihuahua, nel quale tutti i cuccioli crescono in un ambiente familiare e confortevole, oltre ad essere educati sin dalla nascita.
I benefici dei bambini che crescono insieme ad un animale domestico sono sia di tipo psicologico che motorio, infatti sviluppano un’ enorme capacità empatica in quanto allenati sin dalla tenera età all’osservazione di un essere vivente che necessita di cure ed attenzioni differenti; imparano a prendersi cura dell’altro, acquisiscono il vero valore dell’amicizia, dell’amore e della fiducia e tendono a socializzare più facilmente.
Un cane responsabilizza sin da piccoli ed aiuta a diventare persone migliori.
Dott.ssa Roberta Mazzotta
Psicologa
Le nostre Fonti:
- Testo di riferimento: Attili G. (2007), Attaccamento e costruzione evoluzionistica della mente. Normalità, patologia, terapia, Raffaello Cortina, Milano.
- Strumenti didattici del corso IAA (Interventi Assistiti con gli Animali)