Gli effetti psicologici del Covid-19 – L’Analisi

Il Covid-19 non è entrato nelle nostre case, ma è entrato nelle nostre menti.

Siamo continuamente sottoposti ad un bombardamento mediatico attraverso telegiornali, radio, social network tale da indurci inevitabilmente a cercare più informazioni possibili riguardo il contagio, i sintomi, i guariti ed i deceduti, confrontandoci con amici e parenti su quale comportamento sia meglio adoperare e sugli ultimi provvedimenti adottati dal Ministero.

La situazione di emergenza che stiamo vivendo oggi non è semplice da affrontare, la popolazione è spaventata e confusa ed alcuni cittadini si ritrovano in casa da soli e non hanno nessuno che li possa ascoltare; per tale motivo spesso prendono il sopravvento sentimenti ed emozioni quali paura e stress.

Darwin fu il primo a studiare il comportamento espressivo, ritenendo che molte emozioni, come la paura, siano innate, poiché presenti sia negli adulti che nei bambini, senza bisogno di apprendimento; inoltre la paura, nel corso degli anni, ci ha consentito di sopravvivere, in quanto agisce prima dell’azione e come segnale verso gli altri dei pericoli circostanti, facendo aumentare il livello di attenzione e preparando il corpo a scattare e rispondere.

La paura però, può svolgere anche una funzione disadattiva, paralizzando il soggetto che non è in grado di gestirla e ciò può provocare un disturbo d’ansia. L’estraneità e l’isolamento costituiscono importanti indizi naturali di pericolo potenziale per la nostra specie, infatti gli esseri umani hanno la tendenza a vivere in ambienti ben conosciuti e circondati da persone familiari, dove si sentono più tranquilli, sicuri ed assertivi; nel momento in cui tutto ciò viene a mancare, gli individui si sentono smarriti ed è facile che possano insorgere sintomi tipici dell’attacco di panico quali tachicardia, iperventilazione e tensione muscolare che vengono attivati da uno stimolo esterno e se non vengono scaricati, lasciano spossati e tesi.

Le paure e il disturbo d’ansia

Il disturbo d’ansia può riguardare tutto l’arco della vita e per tale motivo ve ne sono diverse diagnosi quali il disturbo d’ansia di separazione, mutismo selettivo, fobia specifica, fobia sociale, agorafobia, disturbo di panico e disturbo d’ansia generalizzata. Quest’ultimo è caratterizzato dalla presenza di ansia e preoccupazione eccessive, pervasive e difficilmente controllabili relative ad eventi di vita ed accompagnate da sintomi fisici come irrequietezza e tensione, sintomi neurovegetativi quali tachicardia, nausea, tremori e sintomi psicologici come scarsa attenzione, difficoltà a concentrarsi ed irritabilità.

Spesso è in comorbilità con il disturbo depressivo maggiore provocando effetti ancor più indesiderati. Uno degli obiettivi principali del clinico è quello di procedere ad una diagnosi accurata e all’impostazione di un corretto trattamento.

Cosa possiamo fare

Nella situazione di Covid-19 svolgono un ruolo fondamentale gli psicologi che danno la piena disponibilità attraverso terapie telematiche o centri di ascolto, tentando di dare informazioni adeguate al paziente, facendogli capire quanto sia fondamentale adottare un atteggiamento positivo per gestire meglio lo stress. Inoltre diventa importante riscoprire le proprie risorse e dedicare del tempo a se stessi che, normalmente, a causa della vita frenetica che conduciamo, non è possibile farlo; condividere le proprie paure e i propri timori con l’altro ci aiuterà a sentirci meno soli, perché spesso ciò che spaventa me, spaventa pure l’altro.

Bisogna rivolgere le proprie attenzioni ai familiari, soprattutto ai bambini e agli anziani, da sempre i soggetti più vulnerabili, infondendo tranquillità e speranza.

Non è un periodo semplice ma uniti, a distanza, riusciremo a superare questo scoglio e a risollevarci più forti di prima.

Dott.ssa Roberta Mazzotta
Psicologa

Le nostre Fonti:

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